Discorso inaugurale dell’ambasciatore degli Stati Uniti d’America, D. Thorne, al Forum PA.

A seguire il discorso di D. Thorne, Ambasciatore degli Stati Uniti in Italia, nella giornata inaugurale del ForumPA 2012, dedicato al tema del “Open Government: la strada obbligata per la PA del futuro”. Dal discorso di D. Thorne emerge come negli Stati Uniti ci sia un forte commitment su questi temi, per l’Italia ciò vuol dire Istituzioni accessibili, trasparenti e partecipate e per questo meglio organizzate rispetto alle finalità pubbliche.

Francesco Verbaro

16 maggio 2012

Presidente Monti, ministro Profumo, signore e signori, sono felice di avere questa opportunità per rivolgermi a voi a proposito di una questione che riveste una grandissima importanza per gli Stati Uniti d’America: rafforzare la democrazia in tutto il mondo attraverso gli ideali e gli strumenti dell’open government.

La governance democratica è basata sulla fiducia della popolazione, che deve credere nell’onestà dei suoi rappresentanti. Per segnalare quanta importanza attribuisce a questo argomento, nel primo giorno di lavoro dopo il suo insediamento il presidente Obama firmò il Memorandum on Transparency and Open Government, dove affermava che «lavoreremo insieme per garantire la fiducia dell’opinione pubblica e istituire un sistema di trasparenza, partecipazione dei cittadini e collaborazione. L’apertura renderà la nostra democrazia più forte e favorirà un Governo efficiente e incisivo». Grazie agli strumenti offerti da internet e dalle nuove tecnologie, garantire una maggiore apertura delle amministrazioni pubbliche oggi è più semplice e meno costoso che in qualsiasi epoca passata, e il Governo degli Stati Uniti ha trasformato questa idea in azione non solo a livello federale e locale, ma anche a livello internazionale. Nel settembre del 2011 abbiamo lanciato la Open Government Partnership insieme ad altri 43 Paesi, fra cui l’Italia. Questa iniziativa punta a incoraggiare i Governi a promuovere la trasparenza, dare maggior potere ai cittadini e combattere la corruzione. So che l’Italia ha un ruolo di primo piano nelle iniziative per l’open government e mi congratulo per i suoi progetti e i suoi successi nella modernizzazione e nel potenziamento dei servizi pubblici.

L’essenza degli ideali dell’open government è unire governanti e governati e facilitare la comunicazione e la collaborazione fra di loro. Il forte sviluppo delle tecnologie digitali ha un ruolo importante in questo processo, perché consente, come mai prima d’ora, una comunicazione diretta fra i cittadini e il Governo. Negli ultimi anni in America abbiamo creato un livello di apertura delle amministrazioni pubbliche che non ha precedenti. Proprio il mese scorso tutte le agenzie federali hanno pubblicato gli Agency Open Government Plans 2.0, dei dettagliati piani d’azione che spiegano come le diverse componenti dello Stato stiano lavorando per rendere i cittadini più partecipi e in grado di fornire contributi al processo decisionale, e per rendere i dati più accessibili e trasparenti.

A livello locale, numerose città negli Stati Uniti stanno facendo cose molto interessanti. A Chicago hanno lanciato un progetto di «dati aperti», che sostanzialmente consiste nel mettere a disposizione su internet tutti i dati del Comune, per accrescere la trasparenza e migliorare la vita urbana. La Smart Chicago Collaborative investe in infrastrutture, programmi e applicazioni che rendono le risorse telematiche più accessibili, utili e benefiche per i quartieri a basso reddito. La Chicago Metropolitan Agency ha creato un sito chiamato MetroPulseChicago.org, che contribuisce a tradurre in forma grafica dati di ogni genere, dalla qualità dell’aria alla disoccupazione e alla mortalità infantile, per renderli più comprensibili al cittadino e favorire una migliore pianificazione.

Strumenti innovativi, come gli scorecards e i barometri, sono fondamentali per vincolare un’amministrazione pubblica a tenere fede ai propri impegni e per misurare i progressi realizzati. Negli Stati Uniti una delle iniziative più popolari, recentemente, è il Citizen’s Tax Receipt. Basta inserire alcune cifre (le imposte sul reddito versate, i contributi previdenziali) e il servizio ti dice esattamente quale percentuale delle tue tasse è andata alle diverse voci di spesa del bilancio nazionale, dalla difesa all’istruzione, al welfare e all’assistenza per i veterani di guerra. In questo modo ognuno di noi può sapere come e dove vengono spesi i soldi delle nostre tasse. I cittadini hanno diritto a sapere dove vengono impiegate le risorse pubbliche, in un linguaggio semplice e accessibile. Negli Stati Uniti c’è anche la tradizione di pubblicare le denunce dei redditi dei candidati alla Casa Bianca, come forse avrete letto recentemente, e anche questo è un passo importante per creare fiducia nei leader politici.

Il segretario di Stato, Hillary Clinton, si sta impegnando a fondo per globalizzare la filosofia dell’open government. In aprile hanno partecipato al vertice Open Government Partnership a Brasilia 55 Governi, in rappresentanza di oltre 1,9 miliardi di persone, e i Paesi partecipanti si sono impegnati a incrementare la trasparenza e la rendicontabilità su quegli ambiti con cui tutti i Governi devono confrontarsi: il miglioramento dei servizi pubblici, l’accrescimento dell’integrità della pubblica amministrazione, la gestione efficace delle risorse pubbliche, la creazione di quartieri più sicuri e l’accrescimento della rendicontabilità delle imprese.

A Brasilia il segretario di Stato Hillary Clinton ha detto che «per quei Paesi che cercano di monopolizzare l’attività economica o di rendere difficile agli individui mettere in piedi una società, prosperare sarà sempre più difficile. E quelle società che pensano di poter rimanere impermeabili al cambiamento, a idee, culture e credenze differenti dalle loro, scopriranno ben presto che nel nostro mondo telematizzato chi fa così rimane indietro». Gli Stati Uniti si sono impegnati a mettere in campo 26 iniziative che renderanno più trasparente l’impiego dei fondi pubblici, accresceranno la partecipazione dei cittadini e renderanno più snella l’erogazione dei servizi. L’elemento chiave sono le tecnologie di comunicazione e le iniziative pratiche che mettono in collegamento cittadini e Governi.

La tecnologia, internet e la gestione e l’utilizzo dei big data sono alla base della maggioranza di queste iniziative e hanno aperto nuove possibilità. I big data sono quell’enorme massa di dati e informazioni prodotti da Governi e imprese, difficile da analizzare e da gestire. Oggi possiamo pubblicare e utilizzare enormi quantità di dati delle amministrazioni pubbliche, mettere i bilanci online o creare petizioni elettroniche per consentire ai cittadini di esprimere le loro preoccupazioni e i loro problemi. Pubblicare tutti i dati della pubblica amministrazione non basta, dobbiamo trovare dei modi per usarli con efficacia. Ho visto molti esempi di progetti in grado di creare valore dal punto di vista economico e sociale, di coinvolgere i cittadini, di creare soluzioni in crowdsourcing. Elaborare dei metodi per analizzare, utilizzare e spiegare i big data può servire a dimostrare non solo quello che i Governi stanno facendo per i cittadini, ma anche in quale modo l’Italia beneficia e contribuisce alle politiche dell’Unione Europea. Oltre ad accrescere quella trasparenza che rafforza la fiducia fra Governi e cittadini, la tecnologia incrementa l’efficienza e combatte la corruzione. Siti web come www.ipaidabribe.com forniscono ai comuni cittadini e ai funzionari delle amministrazioni locali strumenti per combattere quel tipo di corruzione di piccola entità che costa all’economia di un Paese milioni di dollari.

Negli Stati Uniti abbiamo lanciato Data.gov, una piattaforma di dati aperti per cittadini, sviluppatori e agenzie governative. In Italia avete Dati.gov.it e le Regioni lo usano per pubblicare i loro dati e incoraggiano i cittadini a partecipare con concorsi come l’Open Data Challenge. Nel campo dell’aiuto che le tecnologie possono fornire a Governi e cittadini, l’unico limite è la creatività.

Sono felice di sentire che oggi parlerà Steve Kessler, il presidente di GovLoop. Il ruolo del settore privato è fondamentale e in molti settori le imprese hanno assunto un ruolo guida. In Messico la compagnia petrolifera statale ormai pubblica i suoi appalti online, per combattere la corruzione e costruire un rapporto di fiducia con i consumatori. Non solo il settore privato ha molto da insegnare al settore pubblico, ma aiutare i Governi a diventare più efficienti ed efficaci rappresenta un’opportunità di affari. E allo stesso tempo la riduzione e la semplificazione degli oneri amministrativi e burocratici per le imprese stimolerà la crescita.

L’open government ha bisogno di leader che si impegnino a promuovere leggi e iniziative in favore della trasparenza, della partecipazione dei cittadini e della rendicontabilità. Sono felice che l’Italia sia un membro forte dell’Open Government Partnership e che abbia fatto passi importanti all’interno del suo processo di riforma, adottando misure per semplificare e aprire l’amministrazione pubblica, incrementando l’efficienza. Anche le amministrazioni regionali e gli enti locali stanno usando la Rete per mettere in contatto le persone e trovare strumenti e soluzioni creative. L’elemento trainante in tutto ciò è la tecnologia, che è la chiave del successo di queste iniziative, tanto in Italia quanto in America. Se continueremo a usare la tecnologia per rafforzare e snellire le nostre democrazie, posso garantire che l’Italia e gli Stati Uniti – nazioni con Governi aperti, economie aperte e società aperte – saranno più prosperi, più sani e più sicuri, e saranno dei modelli per molti altri Paesi.

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