Diventare Direttori Generali al tempo di Brunetta: mito e merito del D. Lsg. n. 150/2009

di ANTONIO LEO TARASCO
  1. Il concorso pubblico per il merito e la trasparenza.

Con il DPCM 26 ottobre 2010 pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 2 maggio 2011, n. 100 è entrata a regime la pare della c.d. riforma Brunetta introdotta con l’art. 47, comma 1, del d. lgs. 27 ottobre 2009, n. 150 che, inserendo l’art. 28-bis, d. lgs. n. 165/2001, ha cercato di depoliticizzare la carriera dirigenziale apicale prevedendo che la metà dei posti di dirigenti di prima fascia di ciascuna Amministrazione statale sia messa a concorso e sottratta, così, al meccanismo del conferimento dell’incarico intuitus personae da parte dell’autorità politica di vertice.

Diventare Direttori Generali al tempo di Brunetta

Anteriormente alla riforma introdotta con il d. lgs. n. 150/2009 (c.d. riforma Brunetta, dal nome del Ministro per la funzione pubblica proponente), l’accesso alla prima fascia dirigenziale in cui si articola il ruolo dei dirigenti era disciplinato unicamente dall’art. 23, d. lgs. n. 165/2001. Mentre i meccanismi di accesso concorsuali erano concepiti solo per la seconda fascia, l’art. 23, comma 1, terzo periodo, specifica che i “dirigenti della seconda  fascia  transitano  nella  prima qualora abbiano ricoperto incarichi   di  direzione  di uffici dirigenziali generali o equivalenti”, senza essere incorsi nelle misure previste per la responsabilità dirigenziale, per un determinato periodo di tempo che dalla riforma Brunetta è stato riportato da tre a cinque anni.

Scarica il documento completo