Primo Piano L'intervista

Agdp intervista il Ministro per la Pubblica Amministrazione e Semplificazione Giampiero D'Alia

Patrizia De Rose

Ministro D’Alia, il suo primo pensiero non appena le hanno comunicato il nuovo incarico nella squadra di Governo

Una bella emozione e allo stesso tempo la certezza di dover condividere con i miei colleghi una grande responsabilità nei confronti degli italiani. Il nuovo Governo è atteso da sfide molto complesse, in una congiuntura economica che mette a dura prova le famiglie, le imprese, i giovani. Nei momenti più critici della sua storia questo Paese ha dimostrato di saper reagire unendosi e facendo leva sulle sue energie migliori. Può farcela anche oggi, specialmente se la sua politica saprà far prevalere lo spirito di coesione sulle logiche personali. Sono fiducioso.

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Dirigenti

Agdp: sì alle attribuzioni degli incarichi dirigenziali secondo criteri di rotazione

“Meritocrazia, competenza ed esperienza professionale. Sono questi i requisiti richiesti per far crescere la classe dirigente del nostro Paese e per garantire il buon esito delle riforme poste in essere dai Governi”. Ad affermarlo è il presidente dell’AGDP, l’Associazione dei Dirigenti delle Pubbliche Amministrazioni, commentando l’editoriale di Francesco Giavazzi sul Corriere della Sera dal titolo “Burocrazia Inossidabile”. “Condivido pienamente la posizione sulla rotazione – precisa Savarino - L’attribuzione degli incarichi dirigenziali devono avvenire effettuando opportuni criteri di rotazione così come indicato anche dalla Legge anticorruzione per quei settori particolarmente esposti alla corruzione e misure per evitare sovrapposizioni di funzioni e cumuli di incarichi nominativi in capo ai dirigenti pubblici, anche esterni”. Altra riflessione – prosegue Savarino - riguarda il monopolio delle informazioni e soprattutto dei rapporti con i burocrati che guidano gli altri ministeri e la presidenza del Consiglio, affidata secondo Giavazzi - “agli alti dirigenti che ne hanno interesse a mantenerlo. Hanno anche l’interesse a rendere il funzionamento dei propri uffici il più opaco e complicato possibile, in modo da essere i soli a poterli far funzionare”. Si condivide pienamente se qualche dirigente interpreta il proprio ruolo come strumento di mero potere calpestando la funzione civico-sociale che deve connotare l’attività dirigenziale. La soluzione – conclude Savarino – non può essere individuata nello spoil system perché in questi vent’anni, come già sostenuto da questa Associazione, non ha prodotto alcun risultato positivo. La strada maestra da intraprendere dovrà essere quella del rinnovamento”.

Agdp audizione Senato

Agdp in audizione al Senato su blocco contrattazione pubblico impiego e riorganizzazione dello Stato

L'Associazione Classi Dirigenti delle Pubbliche Amministrazioni (AGDP) è stata convocata dalla Commissione Affari Costituzionali del Senato sulla riorganizzazione degli uffici territoriali del Governo e sulla proroga del blocco della contrattazione per i dipendenti pubblici. "Siamo contrari al provvedimento - afferma Pompeo Savarino presidente di AGDP - ma comprendiamo vista la delicata fase del nostro Paese. L'Associazione ha comunque avanzato le sue proposte. In particolare - conclude Savarino - abbiamo suggerito di riattivare almeno la contrattazione di secondo livello decentrata, unico strumento per la dirigenza di premiare i dipendenti più meritevoli. Solo così si può puntare ad un'Amministrazione più efficiente". 

Altre notizie

Rapporto Funzione Pubblica e Sspa: in calo del 30% spesa per formazione nel 2011

Dirigienti La spesa formativa per singolo dipendente pubblico si e' ridotta in media del 29,9% nel 2011 per effetto della spending review. Una flessione marcata degli investimenti che e' evidente anche in rapporto alla massa salariale, passando dallo 0,61 del 2010 allo 0,43% del 2011 (-30%). E' quanto emerge dal 15° Rapporto sulla formazione nella pubblica amministrazione presentato dalla Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione. La diminuzione maggiore della spesa formativa rispetto al 2010 si rileva per i dipendenti delle Province con -62,9% e un forte ridimensionamento si rileva anche per le Camere di commercio -60,1%. Drastico calo anche per gli impiegati dei Comuni -56,7% e nelle Regioni - 39% mentre per le amministrazioni centrali complessivamente la riduzione e' di 17,8%. Nell'insieme delle amministrazioni il costo per ora di formazione erogata si e' ridotto del 23,5% e quindi da 202 euro a 154 euro mentre quello per ora fruita, data l'accresciuta partecipazione, si e' ridotto del 36,5% da 18,6 a 11,8 euro. Le minori risorse, secondo quanto e' spiegato nel Rapporto, hanno determinato una serie di novità attese dal legislatore come la riduzione dei corsi commissionati ai fornitori privati, l'aumento del ricorso alle scuole pubbliche e alla stessa Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione, un notevole aumento della formazione realizzata da personale interno alle amministrazioni stesse, in particolare nelle amministrazioni centrali e in quelle di maggiore dimensione. Il rapporto è stato presentato dal Dipartimento della Funzione e dalla SSPA alla presenza del ministro della PA e Semplificazione, Gianpiero D’Alia, del Capo Dipartimento della Funzione Pubblica, Antonio Naddeo e del Presidente della SSPA, Giovanni Tria, nel corso della giornata su “La Formazione Pubblica tra spending review e riorganizzazione” presso la sala Polifunzionale della Presidenza del Consiglio.

Debiti PA: primo sì della Camera al decreto per le imprese

Camera L'Aula della Camera ha approvato con 450 sì il decreto sui pagamenti dei debiti della Pubblica Amministrazione, un provvedimento che punta a sbloccare 40 miliardi di euro per dare respiro alle imprese e iniettare liquidità nell'economia. Diverse le modifiche introdotte, anche con il contributo delle opposizioni, che tuttavia hanno lasciato inalterato il “perimetro complessivo” del decreto. Con un emendamento approvato in commissione il Governo si è impegnato a chiudere la partita tra la Pubblica Amministrazione e le imprese per almeno gli altri 50 miliardi di debiti restanti. Si tratta della cosiddetta “fase due” secondo la quale nella prossima Legge di Stabilità potranno essere previste "le iniziative necessarie al fine di completare" il pagamento dei debiti al 31 dicembre 2012. Il decreto passa ora all'esame del Senato e deve essere convertito in legge entro il 7 giugno.

Crisi: media 58 anni classe dirigente italia più vecchia UE

Dirigenti L'età media della classe dirigente italiana impegnata nelle politica, nell'economia e nella Pubblica Amministrazione e' di 58 anni, la più alta tra tutti i Paesi europei. E' quanto emerge dal secondo report sull'età media della classe dirigente italiana, presentato all'Assemblea dei giovani della Coldiretti e realizzato in collaborazione con il Gruppo 2013. Il forte ringiovanimento che ha interessato la classe politica impegnata nelle istituzioni (48 anni l'età media di deputati e senatori), non ha però coinvolto -sottolinea Coldiretti - i potenti impegnati nelle altre attività. A conquistare il triste primato dell'anzianità sono le banche, che hanno una età media degli amministratori delegati e dei presidenti di circa 69 anni, addirittura più elevata di quella dei vescovi italiani in carica. Seguono da vicino i presidenti dei Tribunali delle città capoluogo di Regione, che hanno in media oltre 65 anni, con 9 casi su 20 che superano i 70 anni. Molti capelli bianchi anche nel mondo della formazione, con i professori universitari italiani che hanno una media di 63 anni, i più anziani del mondo industrializzato. La maglia nera della vetustà dei suoi dirigenti va però certamente al mondo economico.

Il libro del Mese
Libro del mese

Compendio di contabilità di Stato e degli enti pubblici

Negli anni precedenti l’entrata in vigore della Costituzione (1 gennaio 1948) le procedure di bilancio in Italia erano regolate, oltre che da uno scarno articolo dello Statuto Albertino, soprattutto da un decreto del 1923 comunemente noto come “legge di contabilità generale dello Stato”, integrate poi da un regolamento di cui al R.D.23 maggio 1924, n.827 con le quali si riordinarono le regole sulla contabilità pubblica dopo il disordine degli anni della grande guerra. Con la legge costituzionale del 20 aprile 2012, n.1 è stato sostituito l’articolo 81 della Costituzione, che detta le norme basilari di disciplina della finanza pubblica. L’art.6, comma 1 della medesima legge precisa però che le sue disposizioni si applicano a decorrere dall’esercizio finanziario relativo all’anno 2004. L’articolo del previgente articolo 81 della Costituzione, al primo comma specifica che, a differenza delle altre leggi, l’iniziativa della legge di bilancio spetta esclusivamente al Governo, responsabile dei conti pubblici; la procedura per l’esame e per l’approvazione dei bilanci preventivi e consuntivi presentati dal Governo è invece normale, vale a dire ad opera delle camere che hanno il compito di autorizzare i ministeri a spendere e a riscuotere le entrate.