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OCSE: dirigenti italiani più pagati d’Europa. Agdp replica a “Uno Mattina in Famiglia” con il Presidente Savarino

Il presidente Pompeo Savarino ha partecipato alla trasmissione di Rai Uno “Uno Mattina in Famiglia” nello spazio dedicato al dibattito condotto da Tiberio Timperi dal titolo “Dirigenti pubblici italiani sono i più pagati del mondo” all’indomani dell’uscita dei dati OCSE. Ospiti in studio, il giornalista e scrittore Giampiero Mughini, e in collegamento il giornalista de “Il Giornale” Stefano Zurlo.
Al centro del dibattito gli stipendi dei dirigenti pubblici italiani che secondo i dati del rapporto dell’organismo internazionale la media di stipendio percepita è di 650mila dollari (in Italia 482mila euro) contro i 232mila degli altri Paesi. “Sono numeri che non ci appartengono – replica il Presidente Savarino – E’ sufficiente andare sui siti dei sei ministeri coinvolti nella rilevazione, grazie all’Operazione Trasparenza, per verificare che queste cifre non corrispondono alla realtà. I capi dipartimento che sono i vertici apicali delle strutture amministrative prendono tra i 220/230mila euro – precisa ancora Savarino - Bene ha fatto il Governo precedente che nel 2012 ha posto un tetto ai compensi perché in un contesto di crisi è giusto che ci sia un segnale di eticità pubblica da parte dei dipendenti e dirigenti pubblici: ossia percepire non più di 303mila euro lordi equiparato al primo presidente della Corte di Cassazione. Insomma legge fatta, anche se non per tutti, perché è ancora da approvare un DPCM sul tetto dei compensi delle società partecipate non quotate. Per non parlare delle municipalizzate, un mondo autonomo che non si riesce a regolarizzare – conclude Savarino”.

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Spending Review, si punta a risparmiare 32 miliardi di Euro in 3 anni

E’ pronto il dossier che punta a rendere permanente la revisione della spesa su tutta la pubblica amministrazione. Il programma messo a punto dal commissario straordinario Carlo Cottarelli e presentato al Comitato interministeriale per la spending review (ne fanno parte oltre a Letta i ministri Saccomanni, Franceschini, D’Alia e il sottosegretario alla Presidenza Patroni Griffi) prevede di realizzare tra il 2014 e il 2016, 32 miliardi di risparmi, ossia due punti di Pil in tre anni (molto di più di quanto indicato nel ddl stabilità) e che ora è stato inviato al Parlamento. Sotto la lente costi della politica, partecipate pubbliche a partire dalla Rai, la spesa per i beni e servizi e ai costi standard, il personale pubblico affrontando i nodi della mobilità e del turn over, la riduzione delle caserme delle Forze dell’ordine. I tagli partiranno già dal 2014, entro febbraio la prima fase della ricognizione. Piano operativo in primavera, sentite le parti sociali.

PA: guida al decreto sul pubblico impiego

Pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 255 del 30 ottobre 2013 la legge n. 125/2013 che ha convertito, con modificazioni, il D.L. n. 101/2013 “Disposizioni urgenti per il perseguimento di obiettivi di razionalizzazione nelle pubbliche amministrazioni”. La legge è entrata in vigore il 31 ottobre. Il Ministero per la pubblica amministrazione e la semplificazione illustra le principali novità in una “Guida al Decreto”: in primo piano la trasparenza e la lotta alla corruzione, con il monitoraggio delle strutture pubbliche per individuare le spese improduttive ed interventi per bilanciare le risorse umane presenti nelle pubbliche amministrazioni.

PA: funzione pubblica, al via concorso fotografico anticorruzione ai giovani il compito di “Metterla a Fuoco”

Richiamare l'attenzione sul fenomeno della corruzione con la forza della fotografia, svelando attraverso le immagini i suoi diversi volti e le conseguenze nefaste sul sistema Italia, e promuovendo allo stesso tempo una rinnovata cultura della legalità. Da quest'idea nasce "Metti a fuoco la corruzione", un concorso fotografico lanciato nell'ambito della campagna #Svegliati! Dal Dipartimento della Funzione Pubblica e Trasparency International Italia, in partnership con Legality Band Project e Junior Achievement.

Il libro del mese
Libro del mese

Corruzione – La tassa più iniqua

È stata approvata una norma anticorruzione (190/2012) dopo tre anni di discussione (ostruzionismo) in Parlamento, ma tutti i gruppi politici sembrano già animati a modificarla. La norma avvicina «a parole» l’Italia al resto del mondo, ma la tiene ancora lontana dalle reali esigenze del paese: l’attenzione è concentrata sulla corruzione amministrativa e si trascura quella politica, non si prendono in considerazione i reati a essa collegati (falso in bilancio, fondi neri, finanziamento ai partiti ecc.). La norma per la prima volta tiene conto delle esigenze di prevenzione oltre che della repressione: per la prevenzione è prevista l’adozione di una serie di strumenti per i quali esiste però un deficit culturale sia della società civile che del management delle aziende soprattutto pubbliche. L’attività di repressione, invece, rimane ancora molto inefficace; l’arsenale penale è di fatto spuntato per effetto dei termini della prescrizione che hanno fatto sì che nessuno sia mai andato in galera per corruzione nel passato e nessuno ci andrà nel futuro. Abbiamo scherzato. L’analisi costi benefici di chi corrompe o è corrotto è ancora molto vantaggiosa a favore di entrambi: non c’è di fatto pena e non c’è condanna morale da parte della società civile che legge la corruzione come un «male necessario» per combattere la burocrazia imperante.
La corruzione è una «tassa iniqua» e ingiusta di 1500 euro a persona, cancella la meritocrazia, tiene lontani gli investimenti esteri, fa migrare le aziende italiane. La corruzione quota 70 miliardi l’anno e combatterla seriamente equivale a lanciare più finanziarie e spending review a costo zero in un solo anno. Il volume propone riflessioni, dati, confronti, strumenti e agende da implementare in chiave giuridica, organizzativa, economica e sociale.